Poesia presenza del mondo: L’attenzione di Angelo Andreotti
La poesia come soglia di attenzione dove non-più e non-ancora rinnovano la possibilità dello sguardo e quindi le parole del passaggio umano. Questo ci suggerisce Angelo Andreotti, poeta ferrarese morto da qualche anno, in L’attenzione (puntoacapo, 2019), libro dall’incedere sommesso e misurato che però non intende eclissare la commozione dell’incontro tra esperienza soggettiva e realtà circostante: «all’aurora / è in te stupore. | E il quieto abbandono / dei primi altissimi voli, librati / nell’aria ancora tutta da provare, / ti è riposo nell’anima / e attenuano la paura di te stesso / nascosto dentro a un luogo profondo / che non ti è centro, neppure salvezza» (All’aurora). L’orizzonte salvifico qui sembra essere quello di una parola che si affaccia sul bianco del foglio non come esercizio di letteratura ma come traduzione del «ritmo dei tuoi passi» (Gestazione) che pone alla luce un essere nel mondo sempre situato, nella «tua nudità / quando sei tu a prender gioia dal mondo» (Dialoghi). Interrogando un taglio di luce crepuscolare – ma nell’accezione data alla poesia di Gozzano&Co., ovvero tanto di inizio quanto di fine del giorno – così come le ore notturne tradizionalmente più inquiete e fertili per l’anima, Andreotti ci invita a un viaggio heideggeriano che si fa cura delle ferite del mondo che portano tutte lo stigma de L’indifferenza («Se soltanto sfiorassi quella vita»), di una momentanea caduta del nostro essere al mondo creature presenti, compassionevoli, poetiche: «Se qui, come se questo fosse il mondo, / ed è il mondo, il tuo mondo» (Presenza). Nonostante quella che sembra una naturale vocazione al rimanere all’ombra, il poeta non viene meno al suo compito di cercare un terreno di incontro in cui la propria esperienza risuoni in quella dell’Altro e viceversa, un’«ora che ci è comune ad entrambi / e ci accoglie e ci tiene qui insieme, / […] / in quest’ora in cui ha luogo il vero» (La condivisione). È lo stesso kairos della poesia sancito dalla citazione in chiusura di Simone Weil: «L’attenzione è la forma più rara e più pura della generosità. A pochi spiriti è dato scoprire che le cose e gli esseri esistono».
(Pietro Russo)
Angelo Andreotti, L’attenzione, prefazione di Antonio Prete, Pasturana, Puntoacapo, 2019, pp. 92, € 12.
